IL SANTUARIO

Il Santuario della Via Crucis (le Capèle in dialetto camuno) è un edificio posto perpendicolarmente alla chiesa parrocchiale di Cerveno, in Valcamonica, contenente 14 stazioni della Via Crucis. Il santuario si inserisce nella tradizione lombardo-piemontese dei Sacri Monti: si dispone lungo un corridoio a gradoni che culmina alla sommità con la cappella della Deposizione.

Sui lati, disposte in nicchie, si trovano le 14 stazioni, decorate ad affresco, contenenti 198 statue a grandezza naturale in legno e stucco. La maggior parte sono state realizzate dallo scultore camuno Beniamino Simoni a partire dal 1° gennaio 1752. Le statue delle rimanenti stazioni (VIII, IX e forse X) furono realizzate​, invece, da Donato e Grazioso Fantoni, che sostituirono il Simoni. Nel 1869, Giovanni Selleroni da Milano completerà l’ultima stazione, la XIV, chiudendo, di fatto, più di un secolo di lavori.

Ogni dieci anni, in una delle domeniche di maggio, gli abitanti propongono una rappresentazione vivente della Passione, ispirandosi ai personaggi popolari (forse proprio gli stessi cervenesi del XVIII secolo) delle sculture di Beniamino Simoni. La documentazione video e fotografica, gli oggetti di scena e gli abiti utilizzati durante le varie edizioni sono visibili nella “Casa Museo”, il Museo Civico di Cerveno, in cui si trova anche una collezione etnografica che ricostruisce il vissuto delle genti camune.  

Il Santuario della Via Crucis (le Capèle in dialetto camuno) è un edificio posto di fianco alla chiesa parrocchiale di Cerveno, in Val Camonica, contenente una Via Crucis lignea del XVIII secolo. Il santuario si inserisce nella tradizione lombardo-piemontese dei Sacri Monti: si dispone lungo un corridoio a gradoni che culmina alla sommità con la cappella della Deposizione.

Sui lati, disposte in nicchie, si trovano le 14 stazioni, decorate ad affresco, contenenti 198 statue a grandezza naturale in legno e gesso. La maggior parte sono state realizzate dallo scultore camuno Beniamino Simoni a partire dal 1o gennaio 1752. Le statue delle rimanenti stazioni (VIII, IX e forse X) furono realizzate​, invece, da Donato e Grazioso Fantoni, che sostituirono il Simoni. Nel 1869, Giovanni Selleroni da Milano completerà l’ultima stazione, la XIV, chiudendo, di fatto, più di un secolo di lavori.

Ogni dieci anni, in una delle domeniche di maggio, gli abitanti propongono una rappresentazione vivente della Passione, ispirandosi ai personaggi popolari (forse proprio gli stessi cervenesi del XVIII secolo) delle sculture di Beniamino Simoni. La documentazione video e fotografica, gli oggetti di scena e gli abiti utilizzati durante le varie edizioni sono visibili nella “Casa Museo”, il Museo Civico di Cerveno, in cui si trova anche una collezione etnografica che ricostruisce il vissuto delle genti camune.  

IL SANTUARIO

Per approfondire

M. ALBERTARIO, Considerazioni per lo studio della scultura in legno in Valle Camonica, in S. MARAZZANI (a cura di), Storia dell’Arte? Percorsi tra Brescia e la Valle Camonica, Fondazione Cocchetti, Capo di Ponte (Bs) 2013, pp. 31-47. 

M. ALBERTARIO, Beniamino Simoni e la “fabrica de le statue”, in Restauro delle prime 4 stazioni, s.e., s.l. 2014, pp. 85-91. 

G. CHIAPPA, A. DIDONE', I dipinti murali, in Restauro delle prime 4 stazioni, s.e., s.l. 2014, pp. 63-69. 

G. FERRI PICCALUGA, Il confine del Nord, La Cittadina, Darfo Boario T. (Bs) 1989. 

G. GASPAROTTI, La chiesa parrocchiale e il santuario della Via Crucis di Cerveno, Tipografia Camuna, Breno (Bs) 1959. 

F. MINERVINO, Beniamino Simoni, Electa, Milano 2000. 

F. TROLETTI, L’ultima fase della decorazione parietale del Santuario della Via Crucis a Cerveno: proposte preliminari per uno studio dell’apparato pittorico, in «Santuarios», 5, 2016, pp. 195-214. 

V. VOLTA, Cerveno. Secolare vicenda di un Sacro Monte Lombardo, Valgrigna edizioni, Esine (Bs) 2014.